Relazione sull'Incontro di formazione vincenzianadal Dott. Augusto Busetti il 25 maggio 2002 |
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- La "San Vincenzo" è un mondo di relazioni nella misura in cui si confronta e collabora con altri gruppi ed associazioni (vedi art. 14 dello Statuto). D'altra parte ogni persona nasce e cresce sempre a partire da una relazione, non è mai una individualità isolata. Si forma attraverso l'educazione ricevuta, la scuola, le esperienze
professionali, l'ambiente... - Occorre una solida formazione permanente, prima di tutto di carattere spirituale. Dobbiamo alimentarci quotidianamente della Parola e cercare di capire ciò che la Parola ci chiede di fare. Anche se le Conferenze non possono sempre avere la presenza di un sacerdote, si deve curare l'aspetto spirituale, per esempio servendosi di alcuni documenti della Chiesa, come Christifideles laici, Apostolicam Actuositatem, documenti conciliari, il Vademecum del vincenziano ecc. - Ma non basta una buona formazione spirituale, ci vuole anche una preparazione culturale, pratica e tecnica per una maggiore efficienza nelle nostre relazioni umane, Gesù ci ha insegnato come metterci in dialogo con gli altri, come ascoltarli. L'amore è l'unico tesoro che si moltiplica per divisione. - Il termine "povero" è un aggettivo, quindi prima del "povero" incontriamo una persona, una persona povera, quindi in difficoltà, ma pur sempre fatta ad immagine e somiglianza di Dio. - Le Conferenze devono essere vitali e visibili, non devono farsi vedere, ma lasciarsi vedere. Esse sono luogo di comunicazione, di relazione, di crescita personale e di gruppo, di azione. Il gruppo cresce nella misura in cui ciascuno è consapevole di dover "servire". Tutti dovrebbero sentirsi sullo stesso piano e distinguersi per la virtù dell'umiltà. È importante conservare e valorizzare certe tradizioni, tuttavia non si può sempre procedere per tradizioni; l'uomo ha bisogno anche di percorrere strade nuove, viviamo in una storia che è diversa da quella del passato. Occorre un pensiero dinamico: creativo, aperto alla possibilità, al cambiamento, stimolato dalla novità; si deve essere disposti ad assumere il rischio. Federico Ozanam si è definito "un partigiano dell'innovazione". - Il giovane è portato al "pronto intervento", non ad un intervento prolungato nel tempo. Bisogna quindi dare ai giovani compiti specifici, che rientrano nella loro mentalità. - Se l'orario stabilito per l'incontro in Conferenza non va bene per tutti i componenti del gruppo, forse conviene fare due riunioni che si confanno alle esigenze proprie delle diverse età. - Occorre chiedersi perché alcune persone non partecipano. - Nel distribuire i compiti, tenere conto dei carismi di ciascuno. - È necessaria un'apertura al sociale, al politico. Federico Ozanam si era candidato alla Costituente. Per lui l'attività del laico non può non essere sorretta da una coscienza politica. Bisogna ricercare le cause che generano un problema, per togliere la persona dalla dipendenza della povertà e rimetterla in gioco all'interno della società. - Bisogna sapere dare speranza, essere di esempio, farsi piacere il difficile, avere entusiasmo e motivazioni. - Dopo avere scelto un obiettivo, occorre continuare a crederci, essere pazienti nelle difficoltà, essere coraggiosi, essere contagiosi. |